D-Day, lo sbarco in Normandia_un viaggio nella memoria

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D-Day, lo sbarco in Normandia_un viaggio nella memoria

Il 6 giugno di settantacinque anni fa, le coste della Normandia vissero il famoso sbarco del D-Day. Ore drammatiche, che cambiarono le sorti della seconda guerra mondiale e costarono la vita a tanti soldati e a tanti civili.

Visitai quelle spiagge sette anni fa. Era stato a lungo un mio desiderio per tornare sui passi di mio padre, che dovette trascorre in quei luoghi una parte della sua vita, prima come prigioniero dei tedeschi, poi come fuggiasco e infine come collaboratore degli Americani. Era un soldato della marina militare italiana  e dopo l’Armistizio del 1943 si era rifiutato di collaborare con i Tedeschi _fino ad un momento prima alleati degli Italiani_ e fu deportato dal sud della Francia in un campo di lavoro nelle Isole della Manica.

Nelle spiagge di Sword, Woord, Juno, Gold, Onaha, Utah _ così erano state chiamate le spiagge, che dovevano essere luogo dello sbarco, nell’operazione dal nome in codice “Overlord”_ ancora oggi sembra di respirare lo sgomento di allora. Quel tratto di costa non è “sfruttato” turisticamente. Non so se questa sia stata una decisione consapevole o il risultato dell’incapacità inconscia di una comunità di costruire luoghi dello svago là dove lo sgomento e il dolore hanno devastato il cuore di molti.

Le case mostrano tutti i loro anni, le strade sono trasandate, grigie, talora dissestate. Si trovano ancora vecchie pompe di benzina, talora abbandonate. Le spiagge ampie e lunghe, quando le visitai, erano deserte, nonostante fossimo in piena estate. I cimiteri, con le loro interminabile distese di croci bianche e grigie, con i nomi e le date di nascita e morte di giovanissimi uomini intagliati nella pietra, soldati mandati a morire in nome di un ideale sacrosanto o in difesa di qualcosa di indifendibile… beh quei posti pieni di silenzio, anche se affollati da turisti che si muovono composti tra le croci, riempiono il cuore di tristezza.
Ricordo che per qualche giorno si impadronì di me un torpore, un senso di profondo sgomento difficile da raccontare. Lasciare quei luoghi fu come scrollarsi di dosso qualcosa che sai ti si è impresso indelebilmente nell’anima, ma che non riusciresti a sorreggere a lungo, dovessi viverlo tutti gli istanti in piena consapevolezza.
E allora il tuo pensiero va a coloro che videro e vissero ben di peggio e che sopportarono ben altro… e non ti dai pace.

La guerra non dovrebbe mai essere un’opzione. Un uomo non dovrebbe mai disprezzare né uccidere un altro uomo.

Maria Letizia Del Zompo

 

By | 2020-04-26T13:32:13+00:00 giugno 7th, 2019|Appunti di viaggio, Articoli, Storia|0 Comments