Alla scoperta di Napoli. Un amore che nasce piano

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Alla scoperta di Napoli. Un amore che nasce piano

L’amore per Napoli è nato piano, nonostante questa città non lasci spazio alle mezze misure, alle emozioni indefinite. Ma il trasporto per la sua poliedrica bellezza è scaturito da un sentimento di iniziale rifiuto. Stanca del viaggio e assalita dalla calura di questa nostra estate rovente, il frastuono, il brulichio delle sue strade affollate, la trasandatezza, quasi fatiscenza, di molti edifici del centro storico antico di Napoli, mi straziavano i sensi.
“Questa sarebbe la bella Napoli”, ho pensato tra me, per poi esternarlo al mio compagno che mi ha confermato di avvertire lo stesso disagio. Un senso di chiusura e oppressione, di decadenza. Ci siamo guardati sconfortati. Pensavamo ai dieci giorni che avremmo dovuto trascorrere in quella città, la quale sembrava così lontana da come l’avevamo immaginata.

Abbiamo quindi deciso di allontanarci dal centro per ritrovare spazi e orizzonti. Eravamo certi che il paesaggio ci avrebbe riconciliati con la città. Ci hanno accolto Mergellina e il suo lungomare al tramonto, il Vomero con la sua vista mozzafiato da Castel Sant’Elmo, Pozzuoli con l’anfiteatro Flaviano, di cui abbiamo potuto calpestare l’arena e visitare le camere sotterrane, sentendoci un po’ gladiatori.
Pian piano ci siamo riavvicinati al centro storico e abbiamo goduto della stravolgente bellezza del Cristo velato, della suggestiva escursione nella Napoli sotterranea, del Museo Archeologico con i mosaici e affreschi di Ercolano e Pompei, modernissimi nella loro essenziale bellezza (solo per citare alcune delle straordinarie opere ospitate nel museo).

Così, abbiamo scoperto il fascino del centro antico, abbiamo acuito lo sguardo per cogliere la bellezza nei dettagli e nella visione d’insieme, ci siamo innamorati del brulicare continuo delle sue strade, dei suoni, richiami, colori e sapori, della musicalità della lingua napoletana, della cordialità e schiettezza delle persone, della casa nella quale abitavamo, con una vista fantastica sula città ed il Vesuvio.

Abbiamo sudato l’anima in quelle torride giornate d’agosto e ci siamo rinfrescati i sensi sulle isole antistanti la costa, scoprendo la bellezza discreta e originaria di Procida, una piccola lingua di terra che sprigiona colori e spazi. Abbiamo trascorso giornate indimenticabili, che ci hanno intagliato dentro una scia di ricordi e nostalgia, la promessa di tornare e la certezza che la bellezza esiste. E ha tante facce.

Testo
Maria Letizia Del Zompo

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By | 2020-04-26T17:56:22+00:00 agosto 8th, 2017|Appunti di viaggio, Natura, Racconti brevi|0 Comments